Non si scappa

L'oggi è epifanico, non si scappa, ogni 6 gennaio manifesta la qualità delle feste trascorse. E talvolta anche altro. 

Le feste sono state insipide sotto il profilo meteorologico e terribili per il tripudio di virus e batteri (loro stanno ancora banchettando). Ciononostante, sono state davvero feste proficue (ho lavorato discretamente) e gratificanti: emozioni intense, tanto tempo da dedicare alle parole.
Anche questo 6 gennaio è stato ricco, ricco, un vero dono. 

Tra le esperienze che mi hanno rimescolato l'animo oggi, c'è stata una messa. E dico rimescolato perché a riguardo sono ancora un po'... upset, sottosopra.
Basilica di S. Ambrogio, Milano, "il mio bel Sant'Ambrogio" (semicit.). Inciampiamo nella messa ed è celebrata in latino, con paramenti abbondanti e nobile  cerimoniale: il mio turbamento irrisolto sta nelle reazioni conflittuali che  ciò mi ha provocato. Da un lato il piacere, quello di gustrare con un certo brivido interiore LA lingua.
Ma poi la rabbia. Oso dire l'incazzatura, proprio, per il non senso di tutto quel teatro. Perché teatro era e no, non si può fare. Quest'estate ho assistito ad una messa in montagna: l'altare era stato tirato in piedi su un declivo con gli zaini sudati di un gruppo di ragazzi. Quella era una messa;  questa di oggi, pomposamente preconciliare e sfarzosa, è stata qualcos'altro.

Viva la Befana, offre sempre qualche Epifania. 

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