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Visualizzazione dei post con l'etichetta famiglia

LA FAMIGLIA BRAMBILLA IN VACANZA

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 - Gianmarco, rimprovera il bimbo, fatti sentire, per la miseria. Ha passato più di venti minuti sul telefono. Gli fa male. Gianmarco si erge pesantemente in tutta la sua brianzola autorevolezza. Si avvicina al bimbo e biascica qualcosa mentre gli sfila il cellulare dalle mani.  Ma, siccome la solida educazione impartita in famiglia deve essere riconoscibile e riconosciuta, la voce della signora Mariamaddalena si alza di un tono. Due toni.  - Giampi lo sai che ci sono delle regole! Giampi, occhiale di metallo e capello alla Hitlerjugend, chiede mestamente scusa e si alza a sua volta. Unmetroesettantacinqueerotti: perché Giampi, il bimbo, ha quasi quindici anni. E ha passato ventiminutiventi sul telefono. Una tragedia. La giovane madre si sistema il casto costume da bagno color quaresima e intima:   - Adesso facciamo la passeggiatina, poi il bagno. Ho portato la fruuutta fresssca così non mangiate le schifezze del bar. Tira su la sorellina di Giampi, le spolve...

BIACCA

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Biacca. « Nome generico di sostanze coloranti bianche costituite da carbonato basico di piombo ( b. di piombo ) o da ossido di zinco ( b. di zinco ). Fu a lungo usata anche per fabbricazione di polveri e creme cosmetiche. » L'ossessione di "fare bella figura” ci caratterizza come popolo e genera più mostri dell'ignoranza. L'italica Madre, poi, da sempre coniuga l'espressione con il pronome enclitico: «Non farMI fare brutta figura» e così la svuota ancora di più, perché toglie di mezzo pure quello straccio motivazionale della reputazione personale per appropriarsene. L'italica Madre insegna assai presto come si impasta e stende la biacca. Generazioni e generazioni di buoni cattolici hanno educato al lavacro sacro: la melma morale si scarica nel buio dolciastro e segreto del confessionale. Ah come invidio la responsabilità rigorosa dei fratelli riformati! Un elenco incompleto degli effetti dell'educazione cerussata e profumata d'incenso, non tutti ugu...

ERBA

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Non c'è stagione o temperatura che tenga, non turba ormonale o programma trasgressivo per la serata, il dopocena per me e i miei figlioli è tisana-time. Ciascuno la sua tazza, ciascuno i suoi aromi preferiti; chi dolce e chi naturale; qualcuno predilige i profumi e i colori, qualcuno le proprietà delle erbe:  noi la sera si tisaneggia. Poi, nemici come prima, ma una-coccola-una è d'obbligo anche quando la vampa estiva fonde il buonsenso e la buona creanza.    

𝑳𝒊𝒇𝒆𝒍𝒐𝒏𝒈 𝒍𝒆𝒂𝒓𝒏𝒊𝒏𝒈: in barba al "mondo storto"

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Apprendere quotidianamente qualcosa di nuovo è il sale della vita, direbbe il buon Seneca se non fosse morto da un pezzo. Experiri placet . Ho trascorso l'inverno a ravanare dentro l'intelligenza artificiale come un pischello nerd, ora chiudo l'aggeggio infernale e mi dedico a un sapere parimenti cruciale: imparo a fare il fieno. E come rompo le balle ai miei figlioli affinché mettano la zucca nell'AI, ugualmente li tormento perché imparino il sapere nobilissimo delle mani. Pari dignità. Se perdi il contatto con la terra, con le parole della terra, con l'odore della terra, rimani un mezzo uomo - una sorta di cyborg scassato. Non sia mai che crescano con la bislacca idea che il lavoro manuale sia roba da plebaglia: convinzione da bifolco arricchito, meschina quanto ignorante. Anche perché, se questo " mondo storto " dovesse andare definitivamente a puttane (copyright Mauro Corona, profeta di sventure, ma il 2025 ce ne offre parecchi indizi inquietanti)...

SEMIOTICA E CRESPELLE

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Stefano Calabrese - professore di semiotica - scriveva, già diversi anni orsono, che "in una fase di globalizzazione dei sistemi informativi, stiamo [...] resettando la nostra mente su nuovi schemi narrativi". È una considerazione indubbiamente interessante e credo generativa di un necessario parziale cambiamento (resettaggio?) anche nell'ambito dell'istruzione. Nello stesso saggio Calabrese introduceva un riferimento alle neuroscienze, secondo le quali la cultura influisce sia sui processi cerebrali sia su quelli "cognitivi, emozionali, motivazionali, neuronali di codifica e richiamo della memoria". Questo deve avere a che fare col senso di sicurezza e di pace che mi danno, a Natale, alcuni passaggi fondamentali, veri momenti topici: i canti Su, su pastori  e È nato in Betlemme alla Messa di mezzanotte, le crespelle in tavola, le poltroncine rosse del nostro piccolo teatro per concludere la giornata.  È il racconto del Natale sempre uguale, come ogni m...

Bogotà, novembre 2014

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Lei non camminava quasi mai, ballonzolava, correva e metteva broncio: "Yo sola camino". Lui,  indio incongruente agli occhi dei  campesinos al mercado, sperimentava con soddisfazione la sua intraprendenza ma con poco successo il nuovo ruolo di fratello maggiore. Lei scopriva l'uva e la pizza, lui studiava "smart" ante litteram.  Se mi avessero mostrato il film in anteprima, sicuramente avrei declinato l'invito. Ma, grazie al cielo, non si dà: ti lanci e te la giochi.  Il decennio più tosto, più incasinato, più denso, più  incomprensibile della mia vita. Però i passi sono stati tanti: piccoli passettini timidi e  inopinati balzi in avanti. I percorsi migliori non sono mai lineari, altro che "squisito sentimento della vita come dovrebb'essere"(A.F.). Come dovrebbe essere, poi, Antonio? Le mani hanno parlato, si sono sbucciate, hanno appreso ad accarezzare il creato, a battere chiodi, ad asciugare il latte versato. Che, tanto o poco, u...

Un'estate come mi piace.

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Non riesco mai a programmare l'estate. Guardo con gli occhi sgranati, in stupefatto e invidioso silenzio, colleghi e parenti che a marzo prenotano voli, sognano spiagge esotiche, bazzicano siti di tour operator, studiano camere d'albergo. Noi, io e la family, non sappiamo mai quale fantasia o bisogno ci guiderà. Finiamo regolarmente per spendere più di quanto vorremmo, perché non riusciamo proprio a sviluppare  una qualsivoglia vis parandi in congruo anticipo. Sarà che le ferie sono "un apostrofo rosa fra le parole mi e interessa "?   Una pausa agognata, sì, ma nel bel mezzo di pensieri, impegni, faccende, progetti che, pur stancando, intrigano. Insomma non c'è posto per.  Allora viene il Luglio. Sempre desiderato eppure sempre improvviso, accidenti. E con il Luglio arriva la domanda: "Che si fa ad agosto?" Si fantasticano ipotesi che conducono irrimediabilmente a una doccia fredda, con le sue goccioline pungenti di "non riusciamo...

LAST MINUTE

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Metti di aver trascorso l'autunno e l'inverno con un mouse nella mano destra. Fisso. Come un'appendice naturale o una protesi funzionale. Di aver adeguato postura e movimento alle oscillazioni minime di quell' oggettino potente e maledetto, per mesi. Metti di aver cambiato abitudini con l'avvento della primavera. Ma poco e male: non per un salubre ravvedimento, ma per diversi affaires di sgombri e traslochi. E di aver dovuto adeguare postura e movimento al sollevamento bruto di pacchi, all'impeto della ramazza, allo stridente trascinamento di oggetti noti e ignoti. Metti di aver superato da mo' la cinquantina e di non essere mai stata una tipa particolarmente in forma. Ecco; che ne diresti, allora, di una proposta a bruciapelo, un venerdì qualsiasi, del tipo: "Partiamo domenica, domenica sera siamo lì, lunedì saliamo su per le alpi Marittime con la bici"? Ebbene, è il mio compagno di vita, il padre dei miei figli, che gli dico, di no? Domattina du...

SCHINCHÈR

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Cosa facevate voi, da ragazzini, se avevate due lire da spendere e nessun controllo?  Fino ad una certa età, io andavo di petardi, crescendo sono passata a trasgressioni  più significative; il meccanismo, comunque, era lo stesso: la sfida ai limiti, l'accesso a ciò che era proibito (ebbene sì, a me erano proibiti i petardi), la voglia di fare parte della schiera dei duri.  A dieci anni una bombetta ti regalava il brivido dell'autodeterminazione, a tredici lo faceva la sigaretta. Deplorevole, ok, ma non è questo il punto. Il punto è quale fosse l'obiettivo, il movente psicologico. Mia figlia qualche tempo fa era in giro con le amichette. Hanno utilizzato tutto il budget da Sephora. "Abbiamo comprato i prodotti per la skincare" (anzi la "schinchèr").  Alla notizia sono rimasta un po' male: a tredici anni? Con un visino di velluto e la consistenza di un'albicocca, avete bisogno della skincare ?!  È che devono essere bellissimissimissim...

Da Boomer a Zoomer senza passare dal Via.

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Categorizzare è sempre rischioso, perché implica semplificazioni arbitrarie, però può essere utile per avere "chiavi di lettura" spicce.  Ieri sera si è materializzata in salotto l'espressione «Ok boomer» (te pareva!): l'appellativo non mi offende, come non mi infastidisce avere i capelli brizzolati, anzi di solito mi scatena tenerezza verso il giovincello che lo pronuncia, saccente (a vent'anni si è stupidi davvero, cit.) e invidiato (per la fantastica stupidità) . Però tecnicamente non sono una boomer.    Allora mi è venuta voglia di approfondire queste categorizzazioni sociologiche.      (Generation timeline.svg: Cmglee derivative work:  Arrow303, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons)  La "Generazione Silenziosa" Corrisponde ai nati '28/'45 (il termine  post quem dovrebbe indicare i figli della crisi del '29) e tanto silenziosa non è stata... questi, zitti zitti, hanno creato l'Europa politica, ideato il pentapartito, prodotto la...

Qualcosa che non piacerà a molti (amen). Buona festa!

Io. Mamma dal ventre vuoto. Mamma di testa, di intenzione; mamma di scommessa e di fatica; generatrice di futuro. Mamma di scelte: fecondata dal pensiero, gestante possibilità, partoriente vite nuove e complicate.  Vivo la "festa" nella più totale dimenticanza di non aver mai portato un figlio in grembo e solo un'osservazione casuale mi scuote, mi ricorda la "mancanza": i "miei figli" sono "miei figli".  Allora rifletto sull'inanità della retorica "matricentrica" e "familo-centrica" di fronte all'evidenza che tutti siamo figli di un amore, spesso di più amori.  E rifletto sul fatto che queste mie parole creeranno enorme disagio in qualcuno, forse mi costeranno qualche bando, ma ho condiviso vite, conosco quale crudeltà possa venire dalle relazioni "di sangue" e "secondo natura" e so che non garantiscono nulla, nulla, sono frutto di una costruzione culturale, con i suoi limiti. Io, mamma dal vent...

Non me ne voglia la Ferrero Kinder Division.

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(Post un po' cinico, n.d.r). A me piace vedere i figli che crescono, non patisco nostalgie. Qualcuno diceva che "i bambini sono anche un po' cretini": spesso sono anche molto saggi, d'accordo, ma complessivamente in questa graffiante frase c'è del vero. Quaresima 2007, 08, 09... 2022, 2023. Si compra l'uovo solidale e in casa c'è un cucciolo lamentoso che vuole l'uovo Kinder di nonsochiocosa. La nonna - a questo pare servano le nonne - compra l'uovo del desiderio: la sorpresa è la solita orrida ciofeca plasticosa destinata al cesto dei RSU indifferenziati, mentre la collosa cioccolata bicolor dura fino a luglio, che nessuno la vuole. Odio profondo. Quaresima 2024. Si compra l'uovo solidale e l'attuale cucciola non protesta. Stupore. A una settimana dalla festa comandata, mentre spolvero casa, faccio cadere l'uovo, che si sfracella: tremo. Ma lei - ormai ex-cucciola - al rientro da scuola, anziché rimanerci male, chie...

La caldaia e l'anima.

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C'è del buono. L'alba è una di quelle faticose, grigio sporco e freddo umido, con la pioggia che prova a diventare neve senza riuscirci davvero e inzuppa di gelo il terreno, le ossa. La cucina è disordinata, sulla tavola i resti di colazioni affrettate e consumate al buio aspettano le mie mani riparatrici. Silenzio.  C'è del buono. In serata, ieri, la caldaia ha deciso di dichiarare guerra. Di venerdì. Una caldaia che dichiara guerra è un'apocalisse di acqua sparata a terra e la promessa di un fine settimana al freddo. Tenere le finestre chiuse, ridurre al minimo le pretese igieniche. Niente pulizie questo sabato.  C'è del buono in questo mattino intirizzito e immobile. In due seduti a tavola, tempo per guardare il tempo sui nostri volti, tempo per ridere come si ride solo nei momenti critici. La pioggia che non riesce a farsi neve, l'alba che non riesce a farsi giorno, io che non voglio  liberarmi dal torpore.  La miseria impigrisce e io oggi sono misera. Abbra...

BEI TEMPI. Cicero docuit

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Poche cose mi irritano più dell'espressione " ai miei tempi " usata col sussiego di chi suppone di meritare ammirazione.   "Ai miei tempi i ragazzi se non studiavano erano sberle". Dubito fortemente che fosse la norma, comunque il dato è che quelle sberle sono servite a ben poco, a giudicare dal livello di istruzione in Italia (nel 2021 quasi la metà degli italiani maggiorenni aveva solo la licenza elementare o media). "Ai miei tempi i  genitori educavano i figli" che poi pisciavano sui muri, mettevano le mani addosso alle ragazze senza chiedere il permesso, andavano fregando frutta al fruttivendolo, appioppavano nomignoli ingiuriosi a chicchessia, bullizzavano senza remore. Però davano del lei e andavano a messa. "Ai miei tempi non avevamo accesso a tutte le porcherie che vedono oggi in rete".  Tuttavia potevate acquistare senza troppa difficoltà giornaletti porno, alcol, sigarette; se qualcuno subiva molestie, incassava in silen...

Flusso di coscienza delle madri sui cinquanta. Ovvero, io, mia figlia e "il tubo"

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  Esercizi di scrittura, certo. Chi insegna non può perderci la mano. Ma esercizi fatti sulla pelle, mica artificiosi.    Tu! Sì, tu che leggi: se eri una ragazzetta quando sorse la stella del Blasco e hai una figlia, forse questo stream of consciousness è anche tuo.  (Per rendere più agevole la comprensione profonda, sarebbe utile un' adeguata playlist).   Pioveva, finalmente. All'uscita da casa, l'animo oscillava fra i versi crepuscolari di Moretti e le giornate uggiose di Battisti: un po' di antologia del liceo e un po' di tradizione pop, come sempre. Probabilmente era una donna irrisolta, ma se la godeva così.  Scese a prendere l'auto, mise in moto. A fianco si accomodò la piccola. Piccola per modo di dire, si era fatta quasi ragazza. Era pure bella, ma così ingenua. Angy era un'anima chiara. "Albachiara", che canzone meravigliosa.   - È collegato il mio telefono? Ok. Prendilo e apri YouTube. Cerca "Albachiara" di Vasco Rossi.  - Alb...

parto infinito

So che il turpiloquio è meno sconveniente dello spogliarsi in pubblico. Perdonate, dunque, se ciò che è scritto finisce per pretendere un lettore.  AI MIEI FIGLI Al diavolo parole ponderate. Al diavolo le Verità, sempre maiuscole.  Miei, mi appartengono,  più della mia carne stessa.  Miei, ché rinnovano ogni istante il mio dolore  e nutrono,  come una droga,  l'antica vocazione a farmi male.  Amo i pericoli dell'anima,  parto infinito è il mio.  E che ne sanno i cuori pigri,  i competenti aridi, i vili inappuntabili? Pagliacci.  Io sono schiaffo ad ogni sicumera,  offesa  a chi sa fare bene i propri conti.  Scherno ai vincenti.  Lui troverà un sentiero e sarà impervio. Andrà, forse senza asciugare le mie lacrime.  Ma lei, poi, lei  è mia, mia solamente.  Mai nessun mondo  e mai nessuna brama me la potranno togliere.  Lei è il mio unico respiro,  anzi: il mio gemito d'amore....

TERMINAL 4 - Italians

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Angy è in ansia dal mattino per paura di perdere il volo. Che io quasi quasi... Alterniamo parole tranquillizzanti a piccole strigliate affettuose. Conta le ore, i quarti d'ora. Conta le fermate della metro.  Arriviamo comunque con ampio anticipo. Sui tabelloni della sala partenze il volo non compare e l'info-man di Iberia, a cui ci rivolgiamo con sorridente fiducia, attacca una conferenza in una lingua ostica (inglese castigliano rapido) e scarabocchia misteriosamente le nostre carte d'imbarco; noi rimaniamo lì in stile baccalà. Ha detto di non preoccuparci, così cominciamo a chiederci se dobbiamo preoccuparci. Avanziamo verso la zona del controllo di sicurezza. Il volo ora appare. Poi scompare di nuovo. Però non è cancellato. Però boh. Al controllo togli le scarpe. Sfila la cinta. Togli il foulard. Señora l'orologio. E fermati che ti struscio, hai la faccia di una che maneggia nitro.  Non muoverti, vediamo cosa dicono le cartine (io spero non mi faccia togliere altro)...

AUGURI A ME CHE NON RIESCO

Auguri a me, che non riesco ad essere madre solida quanto basta; Auguri a me, che non posso essere madre disponibile quanto vorrei; Auguri a me che non so essere madre esigente quanto la vita chiede. Auguri a me, leonessa perennemente stanca.  Auguri a me che rido e che piango. Auguri a tutte le mamme di cui non ho saputo intercettare la lacrima o intuire la speranza. Auguri a noi, che maggio fa sbocciare il mondo.

Vita bastarda e vuoti che non si rendono.

È una vita bastarda questa, che ti fa seppellire le cose belle sotto cumuli di incombenze e frivolezze e fatiche. Oggi sono stata colta a tradimento da un vuoto che nessuno prenderà indietro. Me lo devo tenere per forza e perciò  devo scriverlo, fissarlo, imprimerlo sulla mia pagina virtuale.  L'immaterialità del supporto aiuta l'immaterialità del pesiero, forse perché altrettanto disponibile ora al nascondimento ora alla ribalta. Mancavano riti, nella mia infanzia.  Poche consuetudini, forse per la natura un po' incostante e in fondo un po' pazzerella dei miei. Non ho avuto, ad esempio, (se non da piccolissima) un luogo fisso di villeggiatura, non ho avuto routine domenicali, né giochi abituali la sera. Tanti stimoli, infinite chiacchierate spesso animate, progetti condivisi e anche sogni. Ma poche consuetudini.  Oggi mi manca quella mancanza e mi aggrappo con le unghie ad alcune inezie che hanno preso il posto dei riti. Mi trovo ad enumerarle mentalmente, a cercarl...

LA MUR (un reperto in Fb)

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" Come vita crea, Facebook conserva ": ho scovato alcuni pezzi del diario. Forse ne troverò altri LA MIA BICI IL CATORCIO - 08.08.'16 Io e la "Mia Bici il Catorcio" ci  incontrammo undici anni fa. Come spesso accade con le persone più care, in circostanze drammatiche: il furto della "Mia Bici Quella Bella", nel centro di Parigi. Inoltre, proprio come accade spesso con le persone più care, non fu subito amore: all'inizio ci eravamo proprio antipatiche. Io la trovavo poco accondiscendente alle mie richieste, rigida, dura, brontolona. Lei faceva la snob, cercava di darmi ad intendere che dipendesse da me.  Come per le persone care, ora non la amo perché mi asseconda. Anzi, con il trascorrere degli anni il suo carattere (ed il mio?) é indubbiamente peggiorato: rigida, pesante, brontolona più che mai.  Però la amo.   Oggi, impegnate nell'ennesimo viaggio insieme, mi rendo conto che proprio non ce la fa più. Ma - certo perché anch'io ho visto gio...