Bogotà, novembre 2014
Lei non camminava quasi mai, ballonzolava, correva e metteva broncio: "Yo sola camino". Lui, indio incongruente agli occhi dei campesinos al mercado, sperimentava con soddisfazione la sua intraprendenza ma con poco successo il nuovo ruolo di fratello maggiore. Lei scopriva l'uva e la pizza, lui studiava "smart" ante litteram.
Se mi avessero mostrato il film in anteprima, sicuramente avrei declinato l'invito. Ma, grazie al cielo, non si dà: ti lanci e te la giochi.
Il decennio più tosto, più incasinato, più denso, più incomprensibile della mia vita. Però i passi sono stati tanti: piccoli passettini timidi e inopinati balzi in avanti. I percorsi migliori non sono mai lineari, altro che "squisito sentimento della vita come dovrebb'essere"(A.F.). Come dovrebbe essere, poi, Antonio?
Le mani hanno parlato, si sono sbucciate, hanno appreso ad accarezzare il creato, a battere chiodi, ad asciugare il latte versato. Che, tanto o poco, un po' lo si versa sempre.
Il decennio più tosto e incasinato mi saluta nel bel mezzo di itinerari ancora oscuri, con tanti gesti ancora da imparare. Nemmeno oggi ho la possibilità di un'anticipazione, neanche di un miserrimo trailer, ma, se la avessi, credo che accetterei l'invito.
Coraggio ragazzi, mani e piedi, non può essere così difficile: con buona pace di quel pisquano irrisolto di Fogazzaro, la favola del piccolo mondo antico non ci fregherà neanche stavolta.