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Visualizzazione dei post con l'etichetta appunti di viaggio

Fritto misto e ovvietà.

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Una brezza gradevole spira dal mare verso la spiaggia, sulla spiaggia si stende la terrazza, sulla terrazza si spaparanzano i tavoli del ristorante, con i loro cristalli e quelle onnipresenti e odiose sedie di design al cui schienale non puoi appendere nulla. Umido profumo di salsedine:  lecco furtiva l'interno del polso per sentire il sale sulla pelle (sí, faccio ancora queste cose infantili e un po' sceme). Io al ristorante proprio non ci so stare, più del cibo mi interessano i dettagli secondari e mi distraggo con le persone attorno, gli oggetti, le atmosfere, mi faccio storie. Stasera, ad esempio, ci si aspetta da me che mi immerga in estasi mistica nei sapori di questo piatto di gnocchetti ai frutti di mare, ma poi, alla fine, che sarà mai: è un piatto di gnocchi eh! Via via che i tavoli si riempiono, si svuota la bottiglia di vinello fresco mica male e osservo le facce, le schiene...  I ristoratori dediti alle pietanze a base di molluschi e crostacei hanno un...

Letture che non c'entrano un tubo (apparentemente)

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Questo è una sorta di sintetico diario visivo-letterario, apparentemente incongruente con la nostra piccola esperienza di viandanti su ruote.   Può sembrare confezionato a posteriori e invece i « Versi del senso perso » di Toti Scialoja sono stati proprio la lettura che ha accompagnato questi brevi giorni: giocosa, a tratti esilarante, malinconica, acuta, un po' folle. 

Quarto, Loreto. Poi è l'Adriatico.

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Primo, Assisi Secondo, Colfiorito  Terzo, Tolentino Cuore verde delle Marche, curvilineo e luminoso, ti amo. Girasoli, casolari; rette che puntano dritte alla sommità dei colli, durissime da vincere con i pedali; zolle riverse dal vomere meccanico e teneri germogli allineati. Sfilano a fianco a noi profili di abbazie e borghi, ma non c'è tempo. I tracciati ciclabili sono infine ben segnalati lungo il fiume Potenza, compagni di pedale infine abbastanza numerosi salutano e indicano fontanelle. Poi si scavalcano colli a furia di barrette energetiche e si guadagna la meta della Via Lauretana: il cupolone bianco del santuario. Ma chi me lo nega un timbro-ricordo? Fatto! Poi si attraversano poderi e si guadagna la meta ultima, il mare. Ma chi me lo nega un bungalow-approdo? Fatto.  ... Mare turchese del Conero, pietroso e trasparente, ti amo. Siamo tornati.  

Terzo, Tolentino

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Primo, Assisi Secondo, Colfiorito   Altipiani di patate, lenticchie e greggi sotto un cielo plumbeo. Le lenticchie non le vediamo - saran già raccolte - e le greggi le temo perché odio i brutti cagnacci che le accompagnano. Resta il cielo pesante e fosco. Si scollina sotto i tuoni, la valle del Chienti si stringe e si stringe; frazioni abbandonate di villaggi semiabbandonati portano l'indicazione "Località sulla via Lauretana" e sanno un po' di sfiga. Due terremoti a distanza di vent'anni sembrano aver dato il colpo di grazia alla vitalità residua di questi borghi, certo hanno inaugurato un nuovo stile architettonico: il romanico putrellato. Infine, arriva anche il temporale, ma picchia un po' più in là. Tolentino. Una barista squisita - sorriso genuino e cadenza appena un poco strascicata - serve focacce leggere e golose, un chiostro fiorito offre ombre dipinte. San Nicola rimane chiuso, nonostante l'ora passata da un po': devoti ladri o ladri de...

Secondo, Colfiorito

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Primo, Assisi Pedaliamo fra gli ulivi « che fanno di pietà pallidi i clivi », su e giù, e in una Terra così magari le Laudes ti vengono anche facili, no, Francesco? Spello; poi a darci informazioni dentro una libreria a Foligno c'è una tizia di Merate, ed è subito tutto un «ma come, ma dai, ma dove». Da lì in poi, si sale si sale si sale cercando il valico appenninico. Pedalabile ok, ma non molla mai.  Colfiorito ha tesori snobbati dai più e magagne evidenti a tutti, però il nome evoca meraviglie di lenticchie in fiore. Le lenticchie in piatto sono pure una meraviglia, posso assicurarlo. La basilica di Plestia stava là da mille anni e l'ha vinta il terremoto del 2016, oggi è ingabbiata in putrelle di ferro e puzza di porcilaia al sole. Una tristezza.  In compenso, andiamo a sbattere nel più grande campo  di concentramento fascista (non nazifascista, proprio roba nostra), di cui noi non avevamo notizia e con noi molti altri, anche fra coloro che scrivono i l...

Primo, Assisi

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Le vacanze sono iniziate sotto i migliori auspici: biglietti aerei "saltati", attrezzature ordinate e non arrivate a tempo, portafogli perduti e non ritrovati e svariate altre amenità. Messa insieme in qualche modo una vacanza last minute, finalmente oggi si parte. Hanno acconsentito ad accompagnarci in via del tutto eccezionale entrambi i figlioli, ora affondati nei loro sedili, rigorosamente cuffie-muniti, affabili e vivaci come vecchie tartarughe. Al seguito abbiamo un rimorchio con tre bici, una quarta bici sul tetto, tre borse da portapacchi colme da scoppiare, tre zaini più uno zaino termico, una cesta con l'occorrente per il bungalow che raggiungeremo (credo, spero) al termine della pedalata appenninica, un borsone di teli e cazzate varie per il mare, tre trolley di abbigliamento ed effetti personali. Sono tre mesi che aspetto di poter partire, ma dire che mi sento un rom in carovana è dire poco. Chissà se c'è un santo protettore per i vacanzieri arruffati...

Davanti a un dipinto di Segantini. Otium.

"... 𝑟𝑖𝑢𝑠𝑐𝑖𝑟ò 𝑖𝑜 𝑎 𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑙'𝑒𝑡𝑒𝑟𝑛𝑜 𝑠𝑖𝑔𝑛𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑠𝑝𝑖𝑟𝑖𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑠𝑒...?" Contemplando le sue opere, Segantini scriveva queste parole ad un amico inglese. Il pittore interrogava le sue tele, così come ascoltava la terra risalendo le sue montagne, e in questa muta conversazione ininterrotta dava forma all'infinito. Segantini insegna: zitta! La maturità è il tempo necessario. Prima che la vecchiaia coi suoi gravami di dolori e malinconie renda impossibile l'azione, essa chiede scelta, sforzo e compimento: finalizzare, direbbe qualcuno oggi. La maturità è un luogo e una direzione: il luogo dove si possa seminare e attendere il raccolto ed arare campi nuovi. È dove tracciare il tuo sentiero dopo aver conosciuto a fondo i sentieri tracciati prima di te. È il luogo della continuità nel movimento. La maturità è consapevolezza nella ricerca, fatti come siamo di ciò che abbiamo vissuto. Una polpa che conosce da ...