LA FAMIGLIA BRAMBILLA IN VACANZA
- Gianmarco, rimprovera il bimbo, fatti sentire, per la miseria. Ha passato più di venti minuti sul telefono. Gli fa male.
Gianmarco si erge pesantemente in tutta la sua brianzola autorevolezza. Si avvicina al bimbo e biascica qualcosa mentre gli sfila il cellulare dalle mani.
Ma, siccome la solida educazione impartita in famiglia deve essere riconoscibile e riconosciuta, la voce della signora Mariamaddalena si alza di un tono. Due toni.
- Giampi lo sai che ci sono delle regole!
Giampi, occhiale di metallo e capello alla Hitlerjugend, chiede mestamente scusa e si alza a sua volta. Unmetroesettantacinqueerotti: perché Giampi, il bimbo, ha quasi quindici anni. E ha passato ventiminutiventi sul telefono. Una tragedia.
La giovane madre si sistema il casto costume da bagno color quaresima e intima: - Adesso facciamo la passeggiatina, poi il bagno. Ho portato la fruuutta fresssca così non mangiate le schifezze del bar.
Tira su la sorellina di Giampi, le spolvera energicamente le cosce dalla sabbia e se la la trascina appresso senza tante storie. Mariapia, la sorellina, dovrà andare alle medie, porta lunghi capelli ben curati sulle spalle non più infantili, ma indossa lo stesso casto costume color quaresima della madre e, come Giampi, non batte ciglio.
Ora tutta la spiaggia sa, ha visto, è testimone ammirata. Così la signora Mariamaddalena può portare a spasso lungo l'arenile le sue lunghe gambe robuste da camminatrice e il suo bel viso senza trucco col dovuto orgoglio di moglie sana e madre modello.
I Brambilla, passo sostenuto e piglio atletico, stanno già tornando dai cinquanta chilometri di passeggiatina quando la Lea arriva in spiaggia. La Lea suda e il mascara le cola leggermente, sotto il cappello di paglia. Ciabatta portando uno zaino informe, seguita da una bimbetta saltellante e da due spilungoni gemelli che si spintonano e si insultano allegramente. Trova a fatica il suo ombrellone e lascia cadere pesantemente il fardello.
- Buongiorno! - Sorride alla signora Mariamaddalena. Ottiene un cortese e riservato cenno di saluto in stile Rottenmeier.
La Lea spoglia la bimbetta a rate, acciuffandola ripetutamente mentre questa scorrazza qui e lì sollevando sabbia, poi si sfila la lunga maglia con l'effigie stinta del Che. L'occhio del signor Gianmarco sembra apprezzare il costume decisamente meno casto di quello della moglie.
- Mami mi dai la tortina?
- Ancora? To' - Una cosa schiacciata e appiccicosa di cioccolata sciolta emerge dal caos di teli e costumi spaiati e raggiunge la bambina volando, mentre il sopracciglio della signora Mariamaddalena si solleva.
- Raga badate un po' anche alla Mimmi... - îparole che si perdono nell'aria, i gemelli sono già spariti.
I Brambilla si danno metodicamente la terza mano di protezione solare 50 da 50 euro; in una delicata nuvola di profumo al cocco, si spalmano a vicenda le delicate carni candide per non tralasciare nessun centimetro. Intanto la Lea, distesa sulla stuoia, si immerge in un librone scalcagnato dalla copertina gialla e nera. Le sue spalle portano i segni di una scottatura ormai guarita, come le spalle di ciascuno dei figli. Ma, al momento, dei figli non c'è più traccia: fagocitati dai colori della spiaggia, svaniti nella brezza salmastra.
- Mamma possiamo bagnarci? - Chiede la Brambilla junior.
- Certo cara - ed è già un tramestìo di borse e buste ben organizzate da cui escono occhialetti, scarpe di gomma, boccagli, elastici per capelli. Ha luogo una rapida e rigorosa distribuzione degli equipaggiamenti.
- Non rimanete troppo in acqua. Non spruzzate le persone. Non alzate la voce. Poi vengo a vedervi. Non andate al largo. Non ingoiate l'acqua. Non restate in mare se vi viene freddo. Poi vengo a vedervi. Nuotate, che vi fa bene. Poi vengo a vedervi.
lI signor Gianmarco rimane silenzioso sotto l'ombrellone, sotto il cappellino, dietro le lenti scure, dentro le pagine rosa della Gazzetta. Solo lo sguardo è uscito, di nascosto, e perlustra il costume della Lea, i cui tre terremoti sono riemersi dal nulla: bagnati, vocianti, si gettano sulla stuoia della madre e la abbracciano, la baciano, imprecano a voce alta e ridono.
Sulla punta della lingua della signora Mariamaddalena più di un commento poco caritatevole è già stato trattenuto, ma lo sguardo è duro e la bocca tirata mentre osserva la famigliola che si ruzzola rumorosamente nella sabbia.
- Mi pare di aver già visto quei i due ragazzini - sussurra al marito.
- Frequentano la stessa scuola di Mariapia e Giampietro.
- Che coincidenza assurda. Non sembrano tipi molto raccomandabili.
- Mmm.
Mmm: la postilla all'episodio non raccontato, la giustificazione non richiesta, il commento al pensiero non detto. Mmm.
Perché Il signor Gianmarco osserva da tempo la tranquillità avara e arrivista, l'istinto predatorio del suo Giampi. Il signor Gianmarco intuisce bene nella sua Mariapia lo stesso zelo pignolo della madre, la stessa mancanza di carità, la stessa frigida cura della reputazione.
Il signor Gianmarco ha sperimentato anche di persona, un tempo non lontano, la cordiale onestà dell'allegra minigonna della Lea.
Mmm.