Un'estate come mi piace.
Non riesco mai a programmare l'estate. Guardo con gli occhi sgranati, in stupefatto e invidioso silenzio, colleghi e parenti che a marzo prenotano voli, sognano spiagge esotiche, bazzicano siti di tour operator, studiano camere d'albergo. Noi, io e la family, non sappiamo mai quale fantasia o bisogno ci guiderà. Finiamo regolarmente per spendere più di quanto vorremmo, perché non riusciamo proprio a sviluppare una qualsivoglia vis parandi in congruo anticipo.
Sarà che le ferie sono "un apostrofo rosa fra le parole mi e interessa"? Una pausa agognata, sì, ma nel bel mezzo di pensieri, impegni, faccende, progetti che, pur stancando, intrigano. Insomma non c'è posto per.
Allora viene il Luglio. Sempre desiderato eppure sempre improvviso, accidenti. E con il Luglio arriva la domanda: "Che si fa ad agosto?" Si fantasticano ipotesi che conducono irrimediabilmente a una doccia fredda, con le sue goccioline pungenti di "non riusciamo", "è troppo tardi", "non si trova" e brrrrr.
Anche stavolta. Niente programmi decenti, solo istinto. E con l'istinto il nostro Luglio finisce per confezionare pian piano l'ordito su cui tessere le ferie imminenti.
Quando finalmente lì, sul telaio dei giorni, l'ordito di Agosto è ben teso e pronto ad essere attraversato dal filo delle nostre vite, lo guardo e mi accorgo che è fatto di percorsi chiari. Mi accorgo che da mesi metto da parte le letture - quelle più toste che in vacanza o mai e quelle leggere e golose che finalmente è vacanza.
Mi accorgo che il viaggio un po' avventuroso, che siamo riusciti infine ad abbozzare, verso quelle città anseatiche, l'avevo accarezzato da tempo, nutrito in silenzio.
Sarà un'estate di nuove vie da battere, come mi piace.