Da Boomer a Zoomer senza passare dal Via.

Categorizzare è sempre rischioso, perché implica semplificazioni arbitrarie, però può essere utile per avere "chiavi di lettura" spicce. 

Ieri sera si è materializzata in salotto l'espressione «Ok boomer» (te pareva!): l'appellativo non mi offende, come non mi infastidisce avere i capelli brizzolati, anzi di solito mi scatena tenerezza verso il giovincello che lo pronuncia, saccente (a vent'anni si è stupidi davvero, cit.) e invidiato (per la fantastica stupidità) . Però tecnicamente non sono una boomer.   

Allora mi è venuta voglia di approfondire queste categorizzazioni sociologiche. 

 

  (Generation timeline.svg: Cmglee derivative work: Arrow303, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons) 

La "Generazione Silenziosa"

Corrisponde ai nati '28/'45 (il termine  post quem dovrebbe indicare i figli della crisi del '29) e tanto silenziosa non è stata... questi, zitti zitti, hanno creato l'Europa politica, ideato il pentapartito, prodotto la legge sul divorzio; gli ultimi nati hanno perfino messo su una cosa da niente come la contestazione del '68. 

I "Baby Boomers" (classi 1946-1964) 

O semplicemente "boomers", con accezione marcatamente negativa. Sarebbero i nati durante gli anni di esplosione demografica - il "baby boom"; il fatto è che le sub-culture social e trap hanno finito per imporre un significato molto più ampio, cosicché oggi il termine travalica i confini cronologici e indica semplicemente una «persona che mostri atteggiamenti o modi di pensare ritenuti ormai superati» (lo dice la Crusca). 

Insomma si assiste ad un chiaro fenomeno di slittamento semantico originato da ignoranza, ma vi perdoniamo perché siete giovani e belli. Bisogna ammettere, tuttavia, che anche i boomers se la tirano un po'; forse è legittima difesa.

La mia (1965-'80) è la "Gen X"

O "generazione invisibile", chiamata così perché - cito la Wiki - «priva di un'identità sociale e culturale definita» e «cresciuta all'ombra dei baby boomers», i quali, essendo numericamente più consistenti, hanno «finito per imporre […] la propria visione del mondo e la propria centralità negli assetti di potere».  

Se è un modo per dire che da piccoli ci hanno bullizzato e  ci fregavano a nascondino cambiando sempre le regole, è vero, posso testimoniarlo. Farò presente al mio boomer-marito che deve smetterla di decidere in autonomia su quale lato del divano accomodarsi. 

La "Gen Y" 

E' più nota come generazione dei "Millenials", quelli diventati maggiorenni a cavallo del millennio: comprende le classi tra il 1981 e il 1996. Fino a ieri si sentivano tanto giovincelli, tosti perché tra loro ci sono stati i primissimi "nativi digitali", mo' cominciano a fare i conti con capelli bianchi e cellulite.  

Il gruppo sfigato della GenY è quello dei nati fra l'81 e l'86: sono definiti "Geriatric Millenials". Possono ben godere la pubblica gratitudine nei loro confronti, perché farebbero da «tramite nella società di oggi fra i giovani della generazione Z e i senior della generazione X» (da Wired), ma, insomma, si portano dietro un cartellino con scritto "geriatric". Peggio per voi diversamente giovini. 

La "Gen Z"

La generazione Z ( o "Centennials", "Plurals", "Post Millennials") è quella degli anni '97-'09: stando alle categorizzazioni di cui sopra, si contraddistingue perché: 1) ha messo in soffitta la tv, 2) è perennemente connessa, 3) ha vissuto la scuola a distanza con il Covid. 

Chiariti i punti 1, ,2 e 3 (lo dice Wikipedia e, per la Gen Z, "se lo dice Wikipedia, è vero"), mi autoproclamo membro onorario della Gen Z, che tanto i Boomers mi hanno sempre bullizzato, perciò adesso io posso bullizzare gli Zoomer.  

La "Gen Alpha", nata dopo il 2010, ancora non dispone di Bancomat ed è sotto stretto controllo degli X e dei geriatrici, perciò interessa meno.  

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