BEI TEMPI. Cicero docuit
Poche cose mi irritano più dell'espressione "ai miei tempi" usata col sussiego di chi suppone di meritare ammirazione.
"Ai miei tempi i ragazzi se non studiavano erano sberle". Dubito fortemente che fosse la norma, comunque il dato è che quelle sberle sono servite a ben poco, a giudicare dal livello di istruzione in Italia (nel 2021 quasi la metà degli italiani maggiorenni aveva solo la licenza elementare o media).
"Ai miei tempi i genitori educavano i figli" che poi pisciavano sui muri, mettevano le mani addosso alle ragazze senza chiedere il permesso, andavano fregando frutta al fruttivendolo, appioppavano nomignoli ingiuriosi a chicchessia, bullizzavano senza remore. Però davano del lei e andavano a messa.
"Ai miei tempi non avevamo accesso a tutte le porcherie che vedono oggi in rete". Tuttavia potevate acquistare senza troppa difficoltà giornaletti porno, alcol, sigarette; se qualcuno subiva molestie, incassava in silenzio e, alla fin fine, o ti facevi lo corazza o cazzi tuoi. Ai tuoi tempi si nascondeva la polvere sotto al tappeto.
"Ai miei tempi non c'erano i social e trascorrevamo in compagnia interi pomeriggi" per strada e senza controlli; per chi non aveva fantasia di fare lo scugnizzo, c'era un'ora di TV dei ragazzi. Poi rimanevano la lettura, il punto croce e il traforo: lodevoli passatempi, ma comunque hobby solitari. "Ai miei tempi si parlava molto di più" delle stesse cose di cui oggi si chatta su WhatsApp. E solo per una questione di sfortuna adesso scripta manent.
"Ai miei tempi i professori insegnavano davvero". Mah! Se quello stile ti piaceva un sacco posso tranquillizzarti: pure adesso diversi prof lavorano per produrre soldatini, alunni zitti che scrivono come forsennati paginate di appunti, mentre loro in camicia inamidata vanno concionando a colpi di "piuttosto che" disgiuntivi. Una qualità didattica da leccarsi i baffi.
"Ai miei tempi c'era voglia di lavorare". Ma poi al primo (primo!) tocco del mezzodì mollavate a mezz'aria qualunque cosa, pur di non perdere un nanosecondo di pausa pranzo. Non negate... rischiate lo sputtanamento.
"Ai miei tempi i genitori non erano amici dei figli". Io devo essere notevolmente più giovane di ciò che dichiara il mio codice fiscale, perché mia madre è stata la mia più grande amica.
Ai miei tempi c'erano parecchi maleducati, pochi si preoccupavano davvero dell'umanità dei più fragili, l'alfabetizzazione di base non sempre riusciva; ci si divertiva e ci si annoiava, c'erano quelli sensibili e con la testa sulle spalle e c'erano i bastardi, i lavoratori indefessi e i fannulloni, quelli che amavano i libri e i semianalfabeti. Qualcuno le prendeva decisamente troppo, qualcuno mai.
Ai miei tempi l'espressione "o tempora o mores" aveva già quasi duemila anni.
Sicuramente era tutto un po' più facile. Soprattutto eravamo giovani.