Qualcosa che non piacerà a molti (amen). Buona festa!

Io. Mamma dal ventre vuoto. Mamma di testa, di intenzione; mamma di scommessa e di fatica; generatrice di futuro. Mamma di scelte: fecondata dal pensiero, gestante possibilità, partoriente vite nuove e complicate. 

Vivo la "festa" nella più totale dimenticanza di non aver mai portato un figlio in grembo e solo un'osservazione casuale mi scuote, mi ricorda la "mancanza": i "miei figli" sono "miei figli". 

Allora rifletto sull'inanità della retorica "matricentrica" e "familo-centrica" di fronte all'evidenza che tutti siamo figli di un amore, spesso di più amori. 
E rifletto sul fatto che queste mie parole creeranno enorme disagio in qualcuno, forse mi costeranno qualche bando, ma ho condiviso vite, conosco quale crudeltà possa venire dalle relazioni "di sangue" e "secondo natura" e so che non garantiscono nulla, nulla, sono frutto di una costruzione culturale, con i suoi limiti.

Io, mamma dal ventre vuoto, rivendico la generatività della fiducia nell'uomo, della capacità  di con-passione, dell'essere visionari. 
Io, mamma dal ventre vuoto, riconosco con simpatia la maternità in chi non ha figli ma impegni,  in chi non ha famiglia ma si dona. Riconosco la maternità in chi accoglie, comprende, accompagna; in chi genera non figli ma possibilità e futuro per i figli degli altri; in chi crea cose belle e accende scintille di speranza. 

La festa della mamma è la tua festa, se hai saputo generare: "cosa" non è così importante.

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