Sacrario del Pasubio. Ventinove settembre duemilaventiquattro.

Vi chiesero di morire per l'Italia, quando l'Italia eravate voi. Un'Italia povera, tosta, che costruiva il domani un pezzettino alla volta.

Vi usarono come carne da macello, consapevolmente e colpevolmente, quando la Patria avrebbe potuto ottenere il suo senza sacrifici umani; consapevolmente e colpevolmente, solo perché il sangue doveva scorrere: non per salvare alcunché, ma per compiacere pochi.

Vi mandarono al massacro senza rimorsi, sotto minaccia di morte, promettendovi  in cambio la gloria, quando ciò che oggi rimane è nulla se non il ricordo del dolore; un dolore sporcato dalla retorica della "pugna", un dolore che ci compiacciamo di sentire un po', lontano lontano, commosso, inutile come il sangue.

"Onore ai caduti". Quale onore? Una torre alta, più alta, ancora di più. 
Questi cimiteri eretti per farvi "splendere in eterno", questi cimiteri - migliaia, disseminati per ogni dove nella nostra Europa - ci insegnano la pace, ma non impariamo. Questi cimiteri dovuti, sacrosanti, inutili.
...
Voci, una voce, l'unica sensata: Ave Maria, ora pro nobis, nunc et in hora mortis norstræ. 



Post popolari in questo blog

Ai miei contatti lontani: è dentro di voi il nostro "Antico"

"Ma canta?"

𝑳𝒊𝒇𝒆𝒍𝒐𝒏𝒈 𝒍𝒆𝒂𝒓𝒏𝒊𝒏𝒈: in barba al "mondo storto"