Giöden e grignapüun.

Giöden e grignapüun.
Voi di che squadra siete? Io mi vendo facile facile al miglior offerente in termini di qualità e quantità, ma, potendo scegliere, prendo i grignapüun.
Quest'anno sono turgidi, sani, dolcissimi. E poi allegri, riempiono di colore l'andare per sentieri, occhieggiano fra il verde: splendono al sole e sono gemme, spandono sentore di nettare e sono golosi bonbon.
È giusto che la storia dell'umana tentazione abbia come oggetto mitico un frutto: profumo e colore sono l'anticamera del desiderio.

Un tempo si partiva armati di pentolini a chiusura ermetica e si trascorrevano ore chini sul sottobosco. A tratti le piccole mani, anziché scaricare il loro tesoro zuccherino dentro l'imboccatura metallica, si portavano rapide alla bocca, la riempivano, imbrattavano il viso. La raccolta dei piccoli frutti del bosco era prurito di pelle esposta alle erbe irritanti e ai voli degli insetti, era lievi graffi e gridolini di gioia al comparire di ogni nuovo tesoro, era macchie sulle maglie e sul volto e sulle mani, era frinire di grilli e la merenda fresca e golosa nella ciotola di legno.
Oggi sono tornata sul sentiero alto, sotto il volo circolare dei rapaci, con il pentolino a chiusura ermetica. Mi sono graffiata le mani e mi sono sporcata la bocca. Ho avuto di nuovo nove anni, ho sentito il canto dei grilli e di nuovo, al ritorno, ho versato il raccolto nelle ciotole di legno vecchio.

Ma voi avete capito cosa sono i grignapüun? E i giöden, lo sapete cosa sono i giöden? Sono l'estate e l'eterna fanciullezza, sono il tempo sospeso che rigenera e medica tutte le ferite, sono il dono del sole di montagna.

Post popolari in questo blog

Ai miei contatti lontani: è dentro di voi il nostro "Antico"

"Ma canta?"

𝑳𝒊𝒇𝒆𝒍𝒐𝒏𝒈 𝒍𝒆𝒂𝒓𝒏𝒊𝒏𝒈: in barba al "mondo storto"